W TUTTI I NONNI!

Gran bella invenzione i nonni e che fortuna avere anche i bisnonni!

I nonni sono amatissimi dai nipoti perché tendono ad essere la memoria storica della famiglia ed a noi… piace raccontare storie piene di dolcezza e buoni sentimenti.

Ricordo che da piccolo dovemmo affrontare con la mia famiglia un trasferimento perché papà e mamma lavoravano entrambi come insegnanti e risultava impossibile affidare me e mia sorella a baby sitter improvvisate… troppo improvvisate! Così tornammo al paese dove c’erano nonna Maddalena e nonno Pasquale, che ci hanno accudito con amore per gli anni che ci separavano dall’inizio della Scuola Primaria.

Nonno mi ha insegnato tante cose, mi raccontava della grande guerra, del suo impegno e serietà che lo portarono ad essere decorato, ma anche del suo grande cuore che lo ha fatto essere d’aiuto a tanti compaesani nel corso del secondo conflitto mondiale.

Aveva la laurea di terza elementare, ma conosceva a memoria tutta la Divina Commedia; primo automobilista patentato del nostro comune soprannominato dunque “O chauffeur”.

Un giorno, io ero piccolissimo, giocano a fare il dentista… e dicevo con insistenza: “Nonno apri la bocca che ti devo curare i denti!” Stranamente nonno non apriva la bocca, ma a seguito della mia insistenza lo fece… rimasi sbalordito perché il novello dentista ben poco poteva fare per curare l’unico dente incisivo superstite… forse fu allora che decisi di cambiare professione, credo!

I nonni vanno festeggiati ogni giorno, ma la Festa dei nonni cade il 2 di Ottobre a norma della legge 159 del 31 luglio 2005 quale “momento per celebrare l’importanza del ruolo svolto dai nonni all’interno delle famiglie e della società in generale.” 

La data coincide con la festività degli angeli custodi. I patroni dei nonni sono i santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria e nonni di Gesù, che vengono celebrati il 26 luglio, Papa Francesco, collegata a tale ricorrenza, ha stabilito che ogni quarta domenica di luglio si tenga in tutta la Chiesa la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani.

A SCUOLA DURANTE LA GUERRA

Nonno Antonio, ogni tanto mi racconta i suoi ricordi di guerra, quando era solamente un bimbo in età scolare e quando escogitare un sistema per sopravvivere era realmente difficile.

Fra un bombardamento e l’altro i genitori cercavano di far frequentare ai propri figli una precaria istituzione scolastica: in una “scuoletta” di campagna lesionata, sporca e senza servizi igienici.

I maestri dell’epoca facevano lezione utilizzando metodi didattici alquanto discutibili: la bacchetta, il mais sotto le ginocchia, schiaffi e altre punizioni sempre molto dolorose.

Un maestro, addirittura, aveva vicino la propria scrivania una serie di canne di bambù di varia lunghezza per picchiare, a lunga distanza, gli allievi senza neanche alzarsi dalla propria sedia.

Antonio vestiva sempre in modo poverissimo e molto leggero, con i calzoncini corti perché il freddo, secondo le convinzioni dell’epoca, rinforzava il fisico.

Le sue scarpe erano due zoccoli ricavati da pezzi di stoffa rubati a tende militari e tavolette di legno delle cassette di munizioni tedesche.

In classe non c’era riscaldamento al di fuori di un timido, fumoso e freddoloso braciere, quindi il bambino proprio non sopportava, seduto sul proprio banco, (anch’esso una cassetta che aveva contenuto munizioni di mitragliatrice), che venisse anche picchiato dal proprio maestro.

Così, un giorno, per sfuggire alla tremenda bacchetta, aprì la finestra e si gettò giù dal primo piano, fortunatamente, senza conseguenze.

Arrivarono subito a casa i Carabinieri per riportare a scuola il bambino, ma Antonio spiegò in modo convincente i motivi della “fuga” e gli umanissimi gendarmi andarono a parlare con il suo insegnante dicendogli di trattare con più dolcezza il povero ragazzino… e grazie a loro Antonio terminò brillantemente la quarta elementare!

Alla ripresa dell’anno scolastico e con il cambio del maestro, le vessazioni ripresero ed il piccolo studioso parlò a quattr’occhi con suo padre:

-Voglio andare a lavorare, non mi va più di frequentare la scuola!-

Il padre, stranamente calmo, gli rispose che era d’accordo e che, addirittura, la mattina dopo lo avrebbe portato con lui a lavorare nei campi.

Arrivati sul “posto di lavoro” (un estesissimo terreno bagnato e melmoso, da dissodare in poco tempo) al bambino fu data una piccola vanga ed il gruppetto di contadini e contadine lavorò alacremente fino al tramonto. La terra era tutta creta bagnata e si incollava alla vanga che, col passare delle ore diventava sempre più pesante e difficile da estrarre dalle zolle…

L’ingegnoso stratagemma del papà sortì lo scopo: Antonio preferì tornare a scuola e conseguire l’ambito traguardo della quinta elementare!

Buona festa dei nonni – tanti auguri!