La divina Commedia. L'opera maggiore di Dante è la Commedia che i posteri dissero divina (l'epiteto, già corrente nelle scuole, fu adottato dal Dolce nel frontespizio della sua edizione, del 1506). Il poema è un allegorico viaggio che il poeta immagina di compiere per i tre regni ultraterreni, Inferno, Purgatorio e Paradiso, nei giorni della Pasqua dell'anno del primo Giubileo (1300). Egli, allora trentacinquenne, smarritosi in una selva oscura (del peccato) non riesce a salire il bel colle (della virtù) che gli appare infine illuminato dai raggi dell'aurora, poiché ne è impedito da tre fiere: la lonza, il leone, la lupa (figurazioni morali della lussuria, della superbia, dell'avarizia, e politiche del Re di Francia, dell'Impero, della Curia romana). Beatrice dal cielo lo soccorre inviandogli Virgilio (simbolo della sapienza umana) che gli sarà di guida nell'Inferno e nel Purgatorio fino al Paradiso terrestre. L'Inferno è raffigurato come un immenso imbuto conico con l’apice al centro della terra, una sorta di anfiteatro, ove in dieci cerchi concentrici, alcuni suddivisi, sono nel primo (antinferno) i non battezzati e gli ignavi e nei restanti nove i peccatori, collocati ognuno a suo luogo a seconda del peccato più grave di cui si macchiò in vita. Dante e Virgilio discendono di cerchio in cerchio, osservando i dannati e la loro pena che è in rapporto al peccato (legge del contrappasso) e conversano con molti di loro. In fondo alla palude ghiacciata dei traditori al centro della terra è Lucifero. Di qui risalgono per uno stretto pertugio fino all'altro emisfero e giungono ad una isoletta in mezzo all'oceano, agli antipodi di Gerusalemme, ove ha sede il Purgatorio. L'isoletta è una montagna conica e scoscesa la cui parte più alta è costituita da sette gradini circolari sovrapposti, dove soffrono i purganti, mentre nelle più basse pendici (Antipurgatorio) attendono d'iniziare il cammino della espiazione le anime di coloro che tardarono a pentirsi o furono lente e pigre a fare il bene o morirono di morte improvvisa e violenta. Anche qui Dante e Virgilio risalendo le pendici dell'Antipurgatorio e i gradini del Purgatorio vedono e osservano pene e penitenti e parlano con alcuni di loro. Giungono infine sull'ultimo spiazzo, il Paradiso terrestre. Qui Virgilio scompare e subentra in suo luogo come guida Beatrice stessa (la teologia) la quale lo fa assistere allo svolgersi di una allegorica processione e quindi lo rapisce con sé di cielo in cielo fino all'Empireo, ove hanno sede i beati, i quali però dapprima appaiono a Dante nelle celesti sfere dei nove cieli percorsi. Nell'Empireo si svelano per un attimo a D. i supremi misteri della fede e mercé l'aiuto di S. Bernardo, ultima sua guida (simbolo della contemplazione mistica), vede Iddio. Si compie cosi viaggio di Dante l'eterno viaggio dell'anima attraverso la contemplazione dei tre Regni fino a Dio. Difficile è dire quando il poeta ebbe la prima ispirazione della Commedia, quando cominciò a comporla (sembra intorno al 1307). Ad essa attese intensamente negli ultimi due lustri dell'esilio (l’inferno e il Purgatorio erano conosciuti fra il 1313 e il '14) e fu divulgata a poco a poco. Gli ultimi canti del Paradiso infatti apparvero dopo la sua morte. La Commedia si compone di 100 canti (34 ne ha l'Inferno, perché il primo serve da introduzione generale; 33 le altre due cantiche Purgatorio e Paradiso). Il metro, derivato dal sirventese, è la terza rima (ABA BCB. . . YZY Z.)