Come faccio a… RACCONTARE!

 

Che cos’è un testo narrativo

 

Il TESTO NARRATIVO è un testo che racconta una storia, cioè uno o più eventi collegati tra loro e coinvolgenti persone, cose, luoghi e situazioni.

I fatti possono essere:

– veri di cui l’autore del racconto è stato protagonista o testimone diretto.

– immaginari ma verosimili o presentati come veri, in cui l’ autore dà libero sfogo alla sua fantasia.

Come è fatto un testo narrativo

Per imparare a scrivere un racconto è opportuno sapere com’è fatto un testo narrativo. In tutti i testi narrativi, infatti, ci sono sempre i seguenti elementi di base:

-una vicenda che si articola in più fatti;

-dei personaggi, tra cui un protagonista;

-uno o più luoghi in cui la vicenda è ambientata;

-un’ epoca in cui la vicenda è ambientata e

-una durata cronologica della vicenda.

Le tecniche della narrazione

Il racconto può essere anche in terza persona, cioè narrato da un narratore esterno ai fatti che racconta ciò che è successo senza aver partecipato all’azione; può essere fatto ambientandolo in un luogo diverso da quello ove si vive o  in un’ epoca diversa da quella in cui avviene la vicenda narrata.

Otto consigli per imparare a raccontare un fatto in modo adeguato

Raccontare un fatto, non è un’ operazione difficile, può essere anche divertente.

Il problema consiste nel fatto che, non è sempre facile raccontare una storia per iscritto in modo piacevole, chiaro ed efficace, cioè in modo tale da catturare l’attenzione di chi lo leggerà senza generare noia.

1) Scegliere e mettere a fuoco il fatto che si intende raccontare. Il punto di partenza di ogni racconto è un fatto ed è chiaro che, per essere degno di essere raccontato, deve essere un interessante.

2) Individuare e mettere a fuoco i dati fondamentali della narrazione, cioè:

  • Il luogo o i luoghi in cui ambientare la vicenda;
  • Il tempo cioè l’epoca in qui ambientare la vicenda (es. una bella giornata di luglio)
  • la durata delle vicende (es. dalle 10 del mattino a notte fonda)
  • I personaggi che sono coinvolti nella vicenda, dai protagonisti alle semplici comparse.

3) Decidere come raccontare le vicende, cioè scegliere fra:

  • Raccontare i fatti in prima persona, da narratore interno
  • Raccontare i fatti in terza persona, cioè da narratore esterno.

4) Decidere il grado di oggettività della narrazione. Una vicenda può essere raccontata;

  • In modo oggettivo, senza lasciar trasparire alcuna partecipazione emotiva e senza alcun commento da parte del narratore, con uno scopo strettamente informativo;
  • In modo soggettivo , accompagnando la narrazione dei fatti con considerazioni e commenti personali o, più semplicemente, facendo capire, attraverso le scelte lessicali.

5) Mettere a punto mentalmente, o attraverso una serie di appunti scritti, la scaletta del racconto, individuando le varie frasi in cui la vicenda e, quindi, la narrazione che si intende farne, si articola.

Una vicenda si suddivide in frasi ben precise: antefatto, situazione iniziale, fatto centrale, epilogo e conseguenze.

 

6) Decidere l’intreccio, cioè l’ordine in cui raccontare i diversi momenti in cui si articola la vicenda. Chi racconta può scegliere fra:

 

  • Raccontare la vicenda secondo l’ordine generale dei fatti cronologici.
  • Raccontare la vicenda secondo l’ ordine artificiale, cioè che non corrisponde a quello della successione cronologica.

7) Scrivere il testo narrativo. Nel farlo, oltre a rispettare i criteri generali che presiedono alla stesura di tutti i tipi di testo è opportuno tener presenti alcuni elementi che sono propri della forma dei testi narrativi.

8) controllare la completezza e la correttezza del racconto. Scritto il testo, è necessario rivederlo per verificare se la narrazione presenta: la chiarezza, la correttezza e la completezza che la rendono efficace, cioè capace di interessare e coinvolgere il lettore. Se si riscontrano salti logici e errori, è necessario operare gli opportuni interventi correttivi o migliorativi.

Scrivere una cronaca

  • Una forma molto usata di testo narrativo, la cronaca cioè un racconto, per lo più in ordine cronologico, di qualcosa di cui chi scrive è stato protagonista o testimone, fatto allo scopo di informare il lettore.

Gli elementi da inserire sono le cosiddette le “5W” teorizzate dal giornalismo anglosassone e così chiamate perché costituiscono le risposte ad altrettante domande che in inglese tutte cominciano per W :

  • who chi
  • what che cosa
  • when quando
  • where dove
  • why perché

 

 

IN BREVE:

Elementi del testo narrativo:

 

  1. NARRATORE  (Chi racconta la storia, può essere anche lo stesso protagonista)
  2. PERSONAGGI che compiono…  (Sono i protagonisti dei fatti)
  3. AZIONI (Le vicende narrate)
  4. TEMPO (Quando si svolgono le vicende?)
  5. LUOGO (Dove si svolgono le vicende?)

Le vicende narrate in genere sono in rapporto CAUSA/EFFETTO.

Es. Il ragazzo ha visto la televisione fino a tarda ora… quindi si è addormentato in classe sul banco.

 

LA TRAMA

In una storia si possono distinguere gli avvenimenti principali (sono la TRAMA) da quelli secondari (che servono per arricchire la vicenda).

 

LE FASI

 

  1. INIZIO: premessa alle vicende narrate e presentazione dei vari personaggi
  2. SVILUPPO: la storia procede fino alla…
  3. CONCLUSIONE.

 

Esempio:

INIZIO

PEPARUOLO di Marco Farina

 

 

 

Nonno Pasquale ed il mio maestro delle elementari raccontavano spesso aneddoti che dimostravano, inequivocabilmente,  che la cultura è fondamentale nella vita.

Ciò è ancor più vero oggi, fra comunicazioni bancarie, modelli unici, IVA, IRPEF, ritenute, quiz di teoria per la patente svolti al PC, internet banking, codici fiscali …

E chi non ha una minima cultura o non sa lavorare al computer, più o meno si trova ad essere quasi semi-analfabeta!

 

La cura per una così grave malattia?

Uno studio costante, assolutamente non “matto e disperatissimo” ma che riesca a rispondere ai “perché” che ci ronzano continuamente nella testa e che ci doni, quale benefico effetto collaterale, un’apertura mentale verso ciò che non conosciamo. Solo in questo modo l’età del nostro cervello scenderà al di sotto dei 90 anni!!! (Confrontati con un noto gioco per una nota console… e vedrai che sorpresa!). Poi ancora: ascolta buona musica ed impara a suonare uno strumento musicale, guarda buoni film, leggi buoni libri e giornali, fotografa, in modo creativo, ciò che ti circonda, fai il muratore, l’imbianchino, il giardiniere… insomma non stare mai fermo e non dire mai: “Ah, sì… so tutto, questo lo so già!”.

 

SVILUPPO Il mio maestro delle scuole elementari, carissimo e stimatissimo, raccontava che prima dell’unità d’Italia si doveva svolgere il lungo servizio militare a Napoli, capitale dell’omonimo regno al quale, come comune di frontiera, apparteneva anche il mio paesino.

I poveri e semplici contadini si trovavano a fare cose che proprio non sapevano fare  e, molti, quando marciavano non sapevano, addirittura, riconoscere la destra dalla sinistra.

Così un comandante trovò una soluzione geniale: tagliò i peli della gamba sinistra ai malcapitati militari e trasformò gli ordini per la marcia: “sinistr’ – destr’” in altri molto più familiari:

-Attenti!, Avanti march!: Co’ piro, senza piro, co’ piro, senza piro, co’ piro, senza piro…!-

 

***

 

Nonno, invece raccontava di un certo “Peparuolo”, cioè un amico soprannominato: “Peperone”  forse per il colorito rossastro del viso, dovuto, sicuramente, a qualche decina di bicchieri di troppo al giorno!

 

L’uomo amava vestirsi di tutto punto, anche nei giorni lavorativi, ed ogni mattina si recava all’edicola, acquistava il giornale e lo leggeva beatamente seduto su una delle panchine di piazza Regina Margherita.

 

Un giorno, però, passa un amico che lo redarguisce:

-Peparuo’, ma non ti stai rendendo conto che hai il giornale a rovescio?-

-Eh cumpa’, chi sa legge’ alla dritta… sa legge’ pure alla r’versa!

CONCLUSIONE In conclusione, facciamo nostro l’insegnamento del grande Socrate che, con il suo apparentemente paradossale “sapere di non sapere”, ci spinge ad una ignoranza consapevole. Così non ci adagieremo nella sufficiente e superba conoscenza di pochi e triti argomenti ma consceremo veramente e profondamente il nostro mondo e le culture.